Camelie e misteri

camelia1La camelia è uno dei fiori simbolo della lucchesia e di questi tempi adorna i giardini di molte tra le più prestigiose ville storiche di Lucca e non solo.  camelie

La sua bellezza viene celebrata ogni anno nel mese di marzo nell’antico Borgo di Sant’Andrea di Compito, legato storicamente alla presenza di questa pianta (ne abbiamo già parlato in altri post di questo Blog), dove si svolge la mostra delle antiche Camelie. Questa specie, esotica e affascinante, arrivò in Europa dalla lontana Asia, almeno, secondo i documenti ufficiali, non prima del XVIII secolo. Abbiamo detto secondo i documenti ufficiali, perchè in realtà esistono alcune prove dell’esistenza delle Camelie in lucchesia fin da prima del loro arrivo ufficiale in occidente. In molte opere d’arte del XVII secolo,  quadri per lo più ,di scuola lucchese, infatti appaiono alcuni fiori che hanno tutte le caratteristiche della camelia. Addirittura anche alcuni stemmi nobiliari di antiche famiglie del patriziato lucchese hanno tra i loro elementi rappresentativi un imponente fiore, che, secondo alcuni studiosi, potrebbe essere proprio una Camelia.Santini

Insomma… un bel rompicapo!

Se con tutto questo parlare di misteri sulle camelie, per caso, abbiamo stuzzicato la vostra curiosità e vi abbiamo messo voglia di indagare e , perchè no, scoprire cose nuove, vi invitiamo a partecipare alla Mostra delle Antiche Camelie della Lucchesia, che verrà celebrata a marzo per tre weekend consecutivi (9-10, 16-17, 23-24) e che si svolgerà sia a Sant’Andrea di Compito che nelle splendide ville Lucchesi che hanno aderito all’iniziativa. Le GUIDE IN RETE saranno a vostra disposizione per visitare i luoghi delle camelie e per tour personalizzati a tema. Per informazioni luccaguideinrete@gmail.com o cell. +39 334 8203983

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Locanda San Ginese: la qualità dell’accoglienza

Lo consigliamo perché: A qualche km da Lucca, nel Compitese famoso per le camelie e le belle passeggiate nella natura, questa locanda, in posizione tranquilla, offre belle camere spaziose e pulite e un’accoglienza davvero unica.

La Locanda San Ginese è socio sostenitore della nostra associazione e offre lo sconto del 10% sull’importo totale del soggiorno (non cumulabile con eventuali promozioni in corso) presentando il voucher che potete richiedere QUI

Locanda San Ginese – Loc. Collina San Ginese di Compito (LU) Italia

“NON SIAMO SOLO B&B… ma una Locanda. Un posto che, nella tradizione, offre a chi viaggia un rifugio, una sosta, un ristoro. Un luogo dove ricaricarsi per poter proseguire il viaggio oppure un luogo da dove è possibile iniziare un viaggio.”
Così recita la homepage della Locanda e noi condividiamo questa definizione perchè è frutto della riflessione dei proprietari nel voler fornire non solo un servizio, ma uno stile personale e avvolgente nell’ospitalità ai clienti. Che sempre clienti sono (almeno all’inizio) e quindi è giusto che in cambio del pagamento desiderino avere pulizia, servizio, disponibilità, informazioni e invece poi si trovano con qualcosa in più di quello che hanno pagato, ovvero la componente umana, la ricchezza esperienziale, l’accoglienza avvolgente, i toni soffici e armoniosi, il calore, ecco, il calore che Alida e Luca emanano e che coinvolge, assorbe, illumina.
Ma parliamo della struttura: nel borgo di San Ginese di Compito, provincia di Lucca, trovate facilmente la locanda perchè è ben segnalata. Parcheggiate nel giardinetto e avviatevi verso l’ingresso che affaccia sul quella che era l’aia, magari nel porticato sarete accolti anche da Banshee (cagnolotta) o da qualche furbo felino (se avete un animale con voi sarà ben accolto) e lì potrete già pensare come mettervi comodi su una delle sedie (quella a dondolo?) a leggere, a sonnecchiare o a rilassarvi.

Alida e Luca completeranno l’opera spiegandovi tutto (molto vi avranno già detto via mail o al telefono) e accompagnandovi in una delle camere a disposizione. Fate con comodo, prendete il vostro tempo, non è un problema se arrivate o partite ad ore impossibili, non troverete musi lunghi. Le camere sono grandi, luminose, colorate, nuove, pulite, belle e accoglienti. Troverete prodotti a km 0, in linea con l’idea di sostenibilità di Alida e Luca e troverete caffè caldo e dolcetti e anche torte speciali e tisane e acqua della fonte perchè le nostre fonti sono speciali e non c’è bisogno di bottiglie di plastica.

Locanda San Ginese

Via di San Ginese, 266
55061 San Ginese di Compito – Capannori (Lucca)
tel. 0583 907724 cell +39 347 3724772
http://www.locandasanginese.it

Befane, Befanini e Befanotti

“La Befana vien di notte con le scarpe tutte rotte, con le toppe alla sottana, viva,viva la Befana!” Così recita una delle tante versioni dei canti della Befana, molto tradizionali nelle nostre terre di Lucchesia, che venivano cantati durante la sera della vigilia dell’Epifania dai ragazzi, chiamati tradizionalmente “Befanotti” , che andavano di porta in porta a chiedere dolcetti e leccornie. Oggi la tradizione continua e vengono offerte caramelle, cioccolatini e “Calze della Befana” straripanti di ogni golosità. Tuttavia, una volta (Nonna docet) non esistevano queste prelibatezze e le offerte in questione erano mandarini, noci, arance e, appunto, i Befanini. Questi ultimi sono biscotti tradizionalissimi delle nostre zone, che adesso si trovano tutto l’anno nelle vetrine dei forni e delle pasticcerie, ma che una volta erano fatti in casa da ogni famiglia nei giorni che precedevano l’Epifania, di cui erano, per il motivo sopra spiegato, il dolce tipico.Premetto che ogni famiglia ha la sua ricetta, chi mette una dose maggiore di burro e chi invece preferisce mettere un maggior numero di uova, chi mette Rum e chi no, chi adora abbondare con le scorze di agrumi e che invece mette solo il limone (e chi più ne ha, più ne metta). Io, ad esempio, sono una patita del burro, che contribuisce a dare a questi biscotti una morbidezza e una friabilità maggiori (almeno a mio parere). Cercare una ricetta valida ed il più possibile vicina a alla tradizione è stato difficile, ma chiedendo a nonne, zie, suocere, mamma, vicine e amiche sono arrivata alla conclusione che la ricetta più valida e largamente condivisa prevede queste dosi:

gr 500 di farinabefanini, gr 300 di zucchero, gr 150 di burro, 3 uova , ½ bicchiere di latte,1 bustina di lievito
1 bicchierino di rum, 1 cucchiaino di scorza di limone e di arancia,confettini colorati, 1 pizzico di sale

Come si fa?
Impastare la farina con il burro ammorbidito, lo zucchero, le uova, la scorza di limone e di arancia grattugiata (attenti a non grattare troppa scorza bianca) , il lievito, il liquore e un pizzico di sale. Bagnare l’impasto con un po’ di latte e lavorarlo velocemente, facendone poi una palla che dovrà riposare almeno per una mezz’ora in frigo. Stendere l’impasto con il mattarello dandogli uno spessore di 4 mm. Tagliarlo quindi con le apposite formine a forma di Befane, animali, cuori, stelle etc. Appoggiarli quindi (a debita distanza l’uno dall’altro) su una teglia imburrata, o, meglio, ricoperta con un foglio di carta forno (meno tradizionale ma più light). Spennellarli con una chiara d’uovo sbattuta. Decorare poi la loro superficie con i confettini colorati e cuocere in forno caldo per 20′, finché non avranno assunto un bel colorino dorato.

vassoio-befanini

La Befana è una vecchietta che somiglia un pò ad una strega, ma è tutt’altro che malevola: infatti distribuisce doni e dolcetti a tutti i bambini buoni, mentre porta il carbone a tutti quelli che hanno fatto arrabbiare la mamma ed il babbo. Le sue origini risalgono alla notte dei tempi, quando il Cristianesimo non esisteva ancora e le genti credevano nelle forze primordiali della natura. Anticamente, infatti, la dodicesima notte dopo il Natale, ossia dopo il solstizio d’inverno, si celebrava la morte e la rinascita della natura, attraverso la figura pagana di Madre Natura. La notte del 6 gennaio, infatti, Madre Natura, stanca per aver donato tutte le sue energie durante l’anno, appariva sotto forma di una vecchia strega buona, che volava nel cielo a cavallo di una scopa. Oramai secca, Madre Natura era pronta ad essere bruciata come un ramo, per poter poi rinascere dalle sue ceneri come Natura giovane e fresca, con la luna nuova. Prima di morire però, secondo la tradizione che ancora viene portata avanti, la vecchina passava a distribuire regali e dolci a tutti, che simbolicamente rappresentavano i semi da piantare in vista della rinascita della natura a Primavera. In seguito Cristianità e tradizione pagana si sono mescolate e hanno dato origine alla festa della Befana così come la viviamo oggi, chi più chi meno, in tutta Italia.

A Lucca sicuramente è una delle feste più sentite ed apprezzate da bambini di tutte le età!

 

Ricordi da una visita guidata : Verciano

vercianoVerciano, piccolo Borgo situato a sud del comune di Capannori, si contraddistingue per la sua ridente natura e la sua vocazione agricola. Il suo territorio si estende in una zona un tempo acquitrinosa, delimitata dal corso dei fiumi Rogio e Ozzeri, e ricca di boschi e cacciagione, apprezzata già dai ricchi signori provenienti dalle città fin dai tempi più remoti, che sempre hanno scelto questo luogo come sede dei propri villini di caccia. La sua storia affonda radici molto lontane: infatti, la sua origine è romana come il suo nome che deriva da Versicius, primo colono Romano a cui furono affidate queste terre paludose, bonificate attraverso lo scavo di un fosso profondo che congiungeva Ozzeri e Rogio, formando così a est l’ isola di Versiciano, dove sorge la chiesa di Santo Stefano, e a ovest la zona della chiesa di San Vincenzo. Sembra che le due zone, veri e propri borghi indipendenti, in epoca Medievale fossero collegati da un ponte, con obbligo di pagare un pedaggio per passare da una parte all’altra. Alcuni documenti attestano che dal secolo IX/X, il paese faceva parte di una Curtis Longobarda, affidata al dominio feudale della famiglia Corbi, che aveva a Lucca vari possedimenti. I Corbi, che avevano in Verciano un castello, furono poi costretti a fuggire e a rifugiarsi in città, a causa delle continue guerre che li avevano privati dei loro possedimenti in campagna, tra cui proprio il loro castello, che fu in parte ceduto alla famiglia De Cellis, oggi Celli, la famiglia più antica del paese, la quale costruì la propria abitazione nelle vicinanze del castello e finanziò i lavori per la chiesa di San Vincenzo di cui ebbero diritto di patronato (siamo circa nell’anno 1050). Il paese, distinto tradizionalmente in quattro zone, e cioè Cantieri nord, San Vincenzo, Santo Stefano e Vergalloro, è stata sede di ben quattro chiese: l’oratorio di San Lorenzo in zona Cantieri, probabilmente cappella privata e oggi andato totalmente perduto, la chiesa di San Vincenzo, la chiesa di Santo Stefano e l’ antichissima chiesa di San Michele, la più antica del paese, risalente probabilmente al secolo VIII, e costruita presso un ospedale, che aveva la funzione di accogliere i pellegrini della via Lata, la strada che collegava Pisa, attraverso i monti Pisani, alla via Romea, che passava da Lucca. Il paese di Verciano, unito in tutti i suoi quartieri dal 1700, è sempre stato al centro di opere di grande importanza per il territorio lucchese, tra cui la costruzione dell’acquedotto che, attraverso le sue arcate canalizzate, trasportava le ottime acque dei monti pisani verso la città di Lucca, che disponeva invece di pessime acque calcarose e malsane, che spesso portavano alla propagazione di epidemie. La sua costruzione fu opera, dopo varie vicissitudini, dell’architetto Lorenzo Nottolini, che riuscì ad ultimarlo grazie alla volontà della duchessa Maria Luisa di Borbone. Lungo le strade del paese, è impossibile non notare le numerose edicole dedicate a Maria Vergine, testimonianza della grande fede che gli abitanti di Verciano hanno sempre confidato in lei e che è culminata nel 1854, anno in cui scoppiò una potentissima epidemia di colera ,a causa, si crede, dei numerosi scambi che Ver016ciano aveva con le vicine città Marittime, per la fitta rete di navigazioni che avveniva dal mare attraverso i fiumi Ozzeri e Rogio. Ancora oggi l’antico porto di Verciano è visibile sul Rogio, in località Vergalloro. Il popolo di Verciano, decimato e disperato, invocò l’aiuto della Madonna con una processione solenne e, il giorno seguente, l’epidemia di colera era miracolosamente svanita. Da quell’anno si festeggia la Madonna del “Ringraziamento” il primo lunedì dopo la festa dell’ Assunta e, ogni tre anni, si compie una bellissima festa solenne in suo onore.

Regalate un’emozione, regalate una visita guidata!

Cercate un regalo speciale e unico per i vostri amici e parenti?
Regalate una visita nel centro storico di Lucca o in una Villa, in uno dei bellissimi borghi della Provincia, guidata da una Guida Abilitata: sarà un’esperienza originale e gradita.Una Guida Abilitata sarà a totale disposizione per condurre i destinatari del Vostro regalo lungo un emozionante percorso di circa 3 ore tra storia, leggende, arte, cultura, sapori e tradizioni.

Contattateci per informazioni e per personalizzare il Vostro regalo: 334 8203983
Mail: luccaguideinrete@gmail.comhttp://www.guideinrete.wordpress.com

Calendario delle prossime iniziative:

15 dicembre: “amori, matrimoni e scandali” – visita di alcune scenografiche sale di Palazzo Mansi, Museo cittadino e dimora di una delle più importanti famiglie dal 1600 in poi.lucida

Al termine, l’itinerario continua in città per visitare alcuni luoghi ‘scandalistici’!
La durata è di 2 ore circa, la tariffa è pari a 10 euro a persona e comprende il biglietto d’ingresso a Palazzo Mansi, i bambini fino a 12 anni sono gratuiti.
Appuntamento alle ore 15 all’ingresso di Palazzo Mansi a Lucca.

20 dicembre: “il Diavolo e l’Acqua Santa” – alla vigilia della fatidica data profetizzata dsan Micheleai Maya, una visita guidata di Lucca tra miracoli, superstizioni e maledizioni che accompagnano l’umanità da sempre.
La durata è di 2 ore circa, tariffa 10 euro a persona, bambini fino a 12 anni gratuiti.
Appuntamento alle ore 16,30 all’ingresso della Chiesa di San Frediano a Lucca.

26 dicembre: “Presepi in città” – una passeggiata alla scoperta di commoventi segni di devozione in luoghi cittadini talvolta trascupreseperati, ma ricchi di suggestione.La durata è di 2 ore circa, tariffa 10 euro a persona, bambini fino a 12 anni gratuiti.
Appuntamento alle ore 15,00 all’ingresso della Chiesa di San Michele a Lucca.

4 gennaio 2013: “apettando l’Epifania” – tra indovinelli, e filastrocche vi proponiamo un itinerario che sarà apprezzato da grandi e piccini e farà passare il tempo piacevolmente in attesa della Befana.La durata è di 2 ore circa, tariffa 10 euro a persona, bambini fino a 12 anni gratuiti.
Appuntamento alle ore 15,00 all’ingresso della Cattedrale di Lucca.

Per ragioni organizzative è richiesta la prenotazione al tel: 334 8203983
mail: luccaguideinrete@gmail.com
Orari e luoghi di appuntamento possono variare, telefonate per avere conferma!

una storia di piante.. camelie e olivi in Lucchesia

Uscendo dalle mura di Lucca, in direzione sud est, nel territorio del comune di Capannori, si estende la zona del Compitese, che comprende le frazioni di San Ginese, Colognora, Castelvecchio, Colle, Pieve, San Giusto e Sant’Andrea. La sua particolarità si trova tutta nel paesaggio, caratterizzato da dolci colline verdeggianti, antichi resti Medievali, fonti naturali di acque dalle proprietà benefiche, ma soprattutto dalla presenza di due piante: la camelia e l’olivo.

La Camelia è una pianta molto antica e che proviene da molto lontano. Infatti arriva in Europa dal Giappone nel XVIII secolo e trova subito spazio, per l’eleganza raffinata del suo fiore, nei giardini delle ville più prestigiose. Dal 1795 arriva anche nell’antico Borgo di Sant’Andrea, dove trova un clima ed un terreno perfetti per la propria crescita. La proliferazione di questa pianta si deve ad Angelo Borrini, medico oculista del duca Carlo Lodovico di Borbone, che, oltre ad essere un ottimo ibridatore e selezionatore di cultivar di Camelia, era anche un fervente membro della Carboneria, e contribuì a fare della Camelia proprio il simbolo di questo movimento e dell’unità di Italia.

Legata strettamente a questo periodo è anche la pianta dell’ulivo, da sempre molto importante nelle colline del Compitese, dove si produce un  ottimo olio extravergine d’oliva. Si dice che, spesso, durante le riunioni segrete alla villa del Borrini, intervenisse niente meno che Giuseppe Mazzini in persona, che approfittava di queste occasioni anche per comprare l’ottimo olio di oliva prodotto in queste zone, per rivenderlo in Europa ed ottenere così il denaro necessario per sovvenzionare il movimento che contribuì attivamente alla riunificazione dell’Italia.

L‘olio extravergine d’oliva delle colline lucchesi (e quindi anche quello del Compitese) è uno dei più pregiati al mondo grazie al suo colore, al suo sapore e alla sua bassa acidità, e, esportato da sempre all’estero, spesso veniva preso come metro di valutazione per l’olio di oliva che veniva prodotto in altre zone.

Pochissimi sanno che la pianta della Camelia (camelia japonica) è “sorella” della pianta del Thè (camelia sinensis) e che anche quest’ultima ha trovato nel territorio di San’Andrea di Compito un habitat perfetto: infatti, qui è attiva, caso unico in tutta Europa, anche una coltivazione di thè, che viene degustato e celebrato per la sua bontà soprattutto durante la festa delle Camelie, che si svolge tra Sant’Andrea e Pieve di Compito ogni anno nel mese di Marzo, ma che tuttavia è disponibile (e buonissimo) in ogni periodo dell’anno.

Lucia

Triste vicenda di Lucrezia Malpigli, una donna innamorata nella Lucca del’500

Tutti conosciamo, grazie a “I promessi sposi” di Alessandro Manzoni, la storia della Monaca di Monza, che nel romanzo corrisponde al nome di Gertrude. In molti sappiamo che l’autore aveva fatto riferimento ad un personaggio storico realmente vissuto,cioè Marianna di Leyva, discendente di don Antonio de Leyva, gran capitano di Carlo V, che fu costretta a entrare in convento per volere della famiglia e che si macchiò, come la storia racconta, di terribili crimini. Però pochi sanno che, quasi contemporaneamente a questo personaggio, visse a Lucca una fanciulla che molto fece parlare di sè e che visse una storia incredibilmente simile a quella della sfortunata Marianna. Nella sua vicenda non manca proprio nulla: amore, passione, vendetta, omicidio e chi più ne ha più ne metta, ed è veramente difficile riuscire a catturare tutte le innumerevoli sfumature della sua triste vicenda nelle poche righe di questo Blog. Il suo nome è Lucrezia Malpigli e, come spesso accadeva alle ragazze nobili, molto giovane fu costretta dalla sua importante famiglia a sposarsi con Lelio, rampollo della famiglia più ricca della città: i Buonvisi, proprietari di molte ville e palazzi in tutto il territorio di Lucca, tra cui la villa Buonvisi al giardino, situata in via Elisa, nel centro storico della città. Tra loro sicuramente non ci fu mai amore, anche perchè il cuore di lei apparteneva già ad un altro, Massimiliano Arnolfini (che riceveva ad insaputa del marito in una delle tante ville di famiglia nella campagna lucchese, quella che oggi si chiama villa Torrigiani) suo primo e forse unico amore. Amore malato, oseremmo dire. Infatti si sa che egli, forse spinto dall’amata o forse per iniziativa personale, fece uccidere il marito di lei in una notte di giugno all’uscita della messa, che la coppia era solita ricevere presso la chiesa di Santa Maria dei Servi. Le colpe di questo brutale assassinio ricaddero fin da subito su di lui, che scappò immediatamente oltre i confini della Repubblica di Lucca, e sulla povera (o complice?) Lucrezia. Di fatto si sa che per sfuggire agli interrogatori, la bella giovane entrò a far parte del convento di Santa Chiara, con il nome di suor Umilia, ma di fatto, da quanto risulta, non abbracciò l’umiltà della fede e la semplicità della vita monastica. Il suo nome tornò ben presto ad essere famoso a causa di un altro terribile scandalo: molti testimoni affermarono infatti che fosse solita ricevere uomini nella sua cella e che favorisse incontri anche per le sue consorelle. Purtroppo una di queste, che probabilmente si trovava veramente nel posto in cui ambiva essere, minacciò di denunciare la cosa.

Da quello che sappiamo dagli atti del processo, suor Umilia fu ritenuta colpevole dell’avvelenamento proprio di quest’ultima e fu condannata perciò ad essere murata viva in una cella del convento. Anche Massimiliano nel frattempo fu catturato e condannato a morire nelle prigioni della Torre Matilde di Viareggio.

In seguito si perderanno le tracce dei due sfortunati amanti nei documenti ufficiali e negli archivi. La tradizione popolare vuole, che le anime dei due, ancora non rassegnate alla morte e ancora innamorate, continuino a cercarsi nei giardini della villa Torrigiani, a Camigliano, dove un tempo si incontravano felici.

La storia di Lucrezia è uno degli itinerari delle GuideInRete a cura di Lucia con partenza dal Caffè Di Simo a Lucca in occasione dell’Happy Tour!

Lucchesi, di quelli D.O.C.

Un lucchese di carattere, forte e appassionato come un vero Toscano, frutto di tragici eventi o, per meglio dire, di un più che felice destino.

Di chi stiamo parlando? Ma del Lucchese più amato al mondo, il rubacuori che sfiorò le labbra dei più grandi, da Garibaldi a Giuseppe Verdi, da Giacomo Puccini a Ungaretti. Signore e signori, si alzi il Sipario per lui… Il sigaro Toscano, prodotto superlativo ed originale delle terre di Lucca.

La sua storia affonda le radici nel XVIII secolo, quando in Toscana si iniziò la sua produzione, a causa di un piccolo incidente del destino: infatti, una partita di tabacco di tipo Kentuky rimase all’aperto, fuori da una manifattura fiorentina, e prese umidità. In questo modo venne innescato un processo di fermentazione che diede origine ad un nuovo tipo di sigaro: il Toscano, appunto, che subito divenne importante anche grazie all’apporto dei commercianti lucchesi, che da generazioni cavalcavano i mercati economici di tutta Europa.

Una grande svolta nella sua produzione si ebbe tuttavia a partire dalla metà del XIX secolo, quando Lucca divenne la capitale incontrastata della produzione del sigaro, superando anche il mercato di Firenze. La manifattura divenne per i lucchesi un vero e proprio punto di riferimento, visto che dava lavoro ad una buona parte della popolazione incluse, stranamente per l’epoca, le donne. Le sigaraie, anzi, godevano di una situazione privilegiata: furono tra le prime donne emancipate di Lucca e potevano permettersi addirittura di frequentare il prestigioso Caffè Di Simo, il punto di ritrovo preferito dai ricchi lucchesi e dagli artisti, tra i quali Giacomo Puccini. La loro professione è ancora oggi molto apprezzata (una trentina lavorano ancora a mano i sigari più pregiati) e fino alla metà del ‘900 si trasmetteva generalmente da madre in figlia. Nel 1908 ottennero, tra le prime in Europa, che le Manifatture di Roma, Torino e Chiaravalle avessero al loro interno degli asili nido. L’ antica sede della manifattura si trova nel centro storico di Lucca, all’interno di un ancora più antico convento di suore domenicane, ma lo stabilimento produttivo si è trasferito, a partire dal 2004, nella primissima periferia della città, dove è possibile organizzare tour e visite guidate all’insegna di questo prestigioso Lucchese D.O.C. contattateci!

Happy tour!

Un modo insolito per visitare Lucca evitando il caldo pomeridiano.

Appuntamento alle ore 18,30 presso il Caffè Di Simo in Via Fillungo, happy hour con un calice di vino e una grande varietà di stuzzichini, una chiacchierata sul luogo in cui ci troviamo che era frequentato da Giacomo Puccini e da altre interessanti figure lucchesi come le Sigaraie e alle 19,00 circa partenza per la passeggiata cittadina.

Durante il tour potremo apprezzare la città che si prepara ad affrontare la notte: negozi che chiudono e che riprendono l’aspetto medievale, i riflessi sulle acque dei fossi, locali che si illuminano per accogliere i clienti, i primi avventori nei ristoranti, i Lucchesi che tornano a casa dal lavoro.. un momento intimo in cui si attenuano i rumori del giorno e la città si illumina lentamente con gli ultimi raggi di sole e poi con le luci artificiali, magiche e affascinanti.

Il tour terminerà in tempo per consentirvi, se avrete appetito, di fermarvi in qualche ristorante o pizzeria o di tornare a casa per cena o, il giovedì, di fare shopping nei negozi aperti nel dopocena.

Costo del tour (compreso un calice di vino e stuzzichini): 15 euro a persona.

Durata: dalle ore 18,30 alle ore 20,30 circa

Quando: ogni martedì e ogni giovedì nel mese di agosto. Per piccoli gruppi già costituiti è possibile concordare altri giorni per lo svolgimento del tour.

E’ richiesta la prenotazione per riservare i posti presso il Caffè Di Simo.

Per informazioni e prenotazioni, compilate il modulo sottostante o telefonate ai numeri: 349 1153068 o 339 6328832

Lucca: itinerario classico

Un piccolo borgo circondato da possenti mura, strade strette e lunghe che attraversano il cuore della città, negozi discreti incorniciati da palazzi borghesi: Lucca offre molti spunti di visita e partecipare ad una visita condotta da una Guida abilitata e specializzata sul territorio permette di vivere un’esperienza culturale e umana di grande qualità e di leggere la città con occhi nuovi.

L’itinerario classico consiste in una tranquilla passeggiata nel centro storico alla scoperta dei monumenti, dei luoghi e delle atmosfere che hanno reso Lucca famosa in tutto il mondo: le case medievali, le Mura Rinascimentali, le chiese Romaniche (San Michele, San Frediano e la Cattedrale), l’area dell’Anfiteatro Romano, Piazza Napoleone e Palazzo Ducale, Torre Guinigi e Via Fillungo con la Torre delle Ore.

Visiteremo la Cattedrale di San Martino che custodisce il ‘Re di Lucca’ ovvero un crocefisso in legno che, dice la leggenda, fu scolpido da Nicodemo e che fu meta di pellegrinaggi e di intensa devozione. Sempre in Cattedrale è possibile visitare (biglietto a parte) la parte musealizzata della chiesa e la cappella che contiene il monumento funebre dedicato a Ilaria del Carretto, moglie di Paolo Guinigi Signore di Lucca, e scolpito da Jacopo Della Quercia Straordinario artista del 1400.

Percorreremo insieme Via Fillungo per scoprire quanto può essere incantevole fare shopping nel centro di Lucca dove l’architettura degli edifici non può essere cambiata e i negozi offrono esempi deliziosi di stile Liberty.

Vi aspettiamo a Lucca!